Dedicata ad Ilaria Cucchi
Un dì, s'io non andrò sempre fuggendo
di gente in gente, me vedrai seduto
su la tua pietra, o fratel mio, gemendo
il fior de' tuoi gentil anni caduto.
La Madre or sol suo dì tardo traendo
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.
parla di me col tuo cenere muto,
ma io deluse a voi le palme tendo
e sol da lunge i miei tetti saluto.
Sento gli avversi numi, e le secrete
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quiete.
cure che al viver tuo furon tempesta,
e prego anch'io nel tuo porto quiete.
Questo di tanta speme oggi mi resta!
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.
Straniere genti, almen le ossa rendete
allora al petto della madre mesta.
ecco cara Ilaria scrivi una poesia,fai una onlus dedicata a Stefano battiamoci affinche abbia una piazza intitolata,facciamogli un monumento..lo so ti rimordera forse un po non esserti battuta come adesso nei 7 giorni fatidici o prima quando Stefano si drogava..ma adesso trova pace Ila' ...
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