cè un celeberrimo pezzo di teatro di Enrico Brignano sul pic nic nella Pineta di Castel Fusano (7000 Pinus pinea messi a dimora dai Sacchetti famiglia romana amante del genere visto che poi a Roma nord sorgera Pineta Sacchetti .si narra che erano amanti dell aroma della resina e che il Ponentino spirando aromatizzasse varie zone di Roma) il pezzo di teatro di Brignano è neorealismo puro anni 50/80 migliaia di famiglie facevano alzatacce per fiondarsi ad Ostia ai cancelli ossia quel pezzo di spiaggia del comune ma organizzato per prendere posto sotto le baracche per stare all ombra .quando il sole si faceva insorportabile lo zio diceva:ah Fra è ora de anna a magna in Pineta ,Fra è mio padre il quale diceva :ah Bèth andiamo in pineta Beth mia madre diceva :ragazzini andiamo in pineta-in pineta tripudio di fettine panate lassagne ,pasta piselli e ragu poi allegria bibite gasate fresche che in genere non venivano servite ai bambini perchè dice dilatano lo stomaco-quindi poi fino tipo alle 18 si stava li co sti tavolini bassi e le sedie in tela che mi cappottavo sempre perchè avevo l argento vivo addosso come diceva mia nonna Ester in pratica non stavo mai fermo .i miei genitori approfittavano per appartarsi ...tanto era il tripudio di parenti che vigilavano su improbabili rischi dei maniaci in pineta o di rubabambini alla Mangiafuoco.alle 18 ritorno al mare passate minimo tre ore dal pasto per tuffarsi poi i cancelli chiudevano e si tornava a casa con la febbre rossi come gamberi per l elevata expo al sole d agosto-queste famiglie poi verrano bollate schernendole come "Fagottari"lo eravamo ma prima si era fieri di essere operai ,mio zio impiegato delle Poste andava allo stabilimento dell ente e gia si sentiva migliore .per noi il fantozzi era lui -la pineta mi è rimasta nel cuore in giardino ho 20 pini 6 pinea messi a dimora da mia madre che l aroma di resina fa bene in effetti se in piena estate di giorno stai sotto una pineta l odore è piacevolissimo come quello di tiglio ,rincospermo o ligustro ossia gli aromi della mia infanzia -un lungo preambolo per spiegare il mio amore per i pini e quindi il mio incazzarmi per come vengono trattati a Roma e in Italia trattati da fascisti come li vedeva la raggi e come li ha visti per tutto il mandato nonostante gli fossero mostrati di continuo dipinti dell 800 con il paesaggio romano pieno di pinea-l ultimo attacco da parte del presidente degli agronomi italiani ossia colui che ha dichiarato alle stampe :i pini in pineta! come a dire basta pini nelle citta' perchè sporcano di resina le auto e le abbozzano se cadono le pigne ,oscurano le insegne dei negozi e poi so noiosi perchè sempreverdi.che i Sacchetti dal cielo lo fulminino! risponde a questo attacco il maggiore esperto del genere Pinus pinea italiano ed uno dei maggiori esperti europei Giovanni Morelli sulla sua pagina facebook .la risposta viene ripresa dal gruppo Romasi inalbera ene seguira un bel dibattito .riporto la risposta di Giovanni che io ho come amico e del quale avevo gia anche io condiviso il post
La foto ritrae una strada qualunque di una nota e frequentata località balneare.
La fortuna di questo luogo non dipende certamente dal clima (l'Adriatico settentrionale non è per principianti), non dipende dal mare (che il Po è prodigo di fango) e nemmeno dalle sue peculiarità urbanistiche o architettoniche (visto che qui fino a 50 anni fa non c'era un mattone, o quasi ...).
Che ci crediate o no la fortuna di questa città dipende dai Pini.
Adesso tornate alla foto e immaginatela senza alberi: pensate al sole di agosto o alla bora di febbraio, pensate alla nebbia ...
Poi, ditemi, vi regalereste una vacanza in questo posto?
I Pini non sono "solo" alberi.
Sono paesaggio, identità e cultura.
Sono implicito simbolo di vacanza estiva e di svago.
Proprio come gli Abeti fanno tanto settimana bianca e le Palme fanno tanto Caraibi ...
Sono codici vegetali.
La convivenza, dunque, non è una scelta, ma una opportunità, un dovere.
Se non un dovere ambientale ed etico (non pretendo tanto), almeno un dovere economico e imprenditoriale: questione di marketing, insomma.
E sappiate che la convivenza oggi è tecnicamente possibile e sostenibile, basta volerlo.
Poi, quando qualcuno si riempirà la bocca con frasi come "I Pini in pineta!", ricordategli che i Pini domestici in natura non esistono.
Da migliaia di anni gli uomini piantano questi alberi, ne sono i custodi. Prima ancora di trasformarsi in consumistico simbolo di vacanza i Pini sono stati per generazioni un ben più nobile simbolo di convivenza e civiltà.
Ecco, semplicemente, chi non ama i Pini, non ama gli uomini ...
foto e parte del testo sono di Giovanni Morelli